Ernie

– Familiarità: il rischio di sviluppare un’ernia inguinale aumenta se parenti stretti soffrono di questa condizione
– Tosse cronica: i fumatori sono più soggetti a patologie polmonari o bronchiali
– Stipsi: sforzi ripetuti ed intensi durante l’evacuazione aumentano il rischio
– Sovrappeso: la pressione addominale in persone in sovrappeso è maggiore e questo fa aumentare anche la probabilità di sviluppare un’ernia inguinale
– Gravidanza: la tensione ed il peso aumentato riducono la resistenza della parete addominale, indebolendola
– Lavori pesanti: sollevare oggetti pesanti mette duramente alla prova la parete addominale ed aumenta la probabilità di ernie inguinali

Una delle complicanze può essere il progressivo ingrandimento e discesa dell’ernia (nel caso di quella inguinale) nello scroto. Un’altra complicanza è lo strozzamento, che avviene quando il viscere erniato (intestino tenue o colon), non potendo più rientrare nell’addome, viene stretto in un’azione di strangolamento sul segmento di intestino che lo attraversa e sulle strutture che garantiscono l’afflusso di sangue.

Questo può determinare una necrosi emorragica del viscere stesso.

L’ernia viene avvertita dal paziente come una sensazione di tensione o pesantezza nella regione interessata. Nelle prime fasi della malattia o in determinate condizioni, come ad esempio sforzi particolari, può accompagnarsi a fitte dolorose che cessano comunque al rientrare dell’ernia in cavità addominale. Nei casi più seri, l’ernia può portare alla perdita di domicilio dell’ernia stessa con tumefazione permanentemente visibile e la possibilità di avere dolori addominali (ernia intasata) o occlusione intestinale (ernia strozzata).

Prof. Paolo Barillari

Specialista in chirurgia generale / robotica