Il rettocele è la protrusione del retto all’interno del lume vaginale come conseguenza dell’indebolimento, che può essere più o meno severo, della parete muscolare del retto, della fascia perirettale e dei muscoli che compongono il setto retro-vaginale.
In base alla profondità della tasca del rettocele è possibile distinguere tre diversi gradi:
A seconda della sede rispetto alla parete vaginale posteriore si distinguono:
È una patologia che può insorgere a qualsiasi età, ma è di più facile riscontro nelle donne tra i 40 ed i 60 anni, che siano multipare o che abbiano superato la menopausa. Generalmente si presenta in forma lieve, ma quando la protrusione del retto all’interno della vagina si fa più severa, i sintomi frequenti sono: evacuazione incompleta e difficoltosa, dolore durante i rapporti sessuali (a causa di micro abrasioni e sanguinamenti), senso di peso o dolenza anorettale che può irradiarsi all’area sacrococcigea, tenesmo a cui spesso è associato un prolasso muco-emorroidario. Il rettocele sintomatico è causa, difatti, di stipsi cronica da ostruzione rettale, in quanto la tasca del rettocele, alterando la dinamica della defecazione, sequestra in fase espulsiva il bolo fecale. Per questa ragione Il 20-75% delle pazienti deve eseguire manovre di digitazione ed innalzamento del perineo.
Il trattamento chirurgico del rettocele è indicato nei pazienti sintomatici per i quali quello conservativo e medico (biofeedback) ha fallito. Gli obiettivi del trattamento chirurgico sono: la correzione durevole del difetto anatomico con ripristino della funzione ano-retto-vaginale; la concomitante correzione di anomalie responsabili di sintomatologie associate (incontinenza urinaria e fecale); evitare complicanze o sequele (dolore, dispareunia secondaria, incontinenza post-operatoria).
La correzione del rettocele, che può essere effettuata per via transanale, transvaginale o transperineale, prevede l’utilizzo di diversi tipi di protesi, sintetiche e non, al fine di ottimizzare i risultati anatomici e funzionali a medio e lungo termine.
La correzione del rettocele con riparazione transperineale con protesi biologiche sembra la procedura ideale, poiché in grado di ridurre alcune complicanze associate all’uso delle protesi sintetiche.