Tecniche Chirurgiche

Il trattamento chirurgico viene generalmente eseguito in anestesia locale, effettuando delle piccole iniezioni di anestetico sulla sede chirurgica.

In casi straordinari, o su richiesta del paziente, può essere associata una blanda sedazione (neuroleptoanalgesia).
L’anestesia spinale non viene mai eseguita a causa delle numerose complicazioni ad essa legate. L’anestesia generale, con intubazione, si rende necessaria solo per la tecnica laparoscopica.

La riparazione chirurgica a cielo aperto rappresenta il “gold standard” per l’ernia inguinale, ombelicale ed epigastrica.

Il chirurgo esegue un’incisione nella sede dove è presente l’ernia. Una volta ridotto il sacco erniario, il difetto di parete viene corretto mediante l’utilizzo di un “tappo” e di una sovrastante rete, entrambi di Marlex, che vengono appoggiati ai muscoli e ai legamenti addominali senza che vi sia tensione (ernioplastica “tension free”).
L’incisione cutanea viene chiusa con punti di sutura riassorbibili, che pertanto non devono essere rimossi.

Le complicanze più frequenti di questa procedura sono rappresentate da:

– Un ematoma che compare nella zona dove è stata effettuata l’anestesia locale e che a volte può allargarsi (nell’ernia inguinale possono essere coinvolti gli organi genitali). Tale ematoma non è doloroso ed è dovuto alla rottura dei capillari, causata a sua volta dall’ingresso dell’anestetico locale
– Parestesia, cioè una diminuzione della sensibilità, in genere transitoria, nella regione interessata
– Una sensazione di qualcosa di diverso, non facilmente descrivibile e da attribuire alla presenza della rete che è comunque un corpo estraneo. Tale sensazione, più evidente durante i primi 30 giorni, tende a scomparire entro i sei mesi

Nella mia ampissima casistica, oltre 10.000 casi trattati, non si sono mai verificati episodi di rigetto della protesi.

Oggi la riparazione laparoscopica è riservata solo alle ernie bilateralia quelle recidive o ai grandi laparoceli. Questa procedura viene eseguita in anestesia generale. Attraverso delle piccole incisioni della parete addominale, vengono introdotti degli strumenti all’interno della cavità stessa. Utilizzando una piccola telecamera, l’ernia viene riparata con una rete in materiale biocompatibile permanente. I risultati a lungo termine della riparazione laparoscopica sono gli stessi di quelli ottenuti con la procedura a cielo aperto.

L’intervento dura circa 1 ora e 30 minuti.

Le complicanze più frequenti sono:

– Pneumoscroto, un gonfiore abnorme dello scroto dovuto all’entrata di aria attraverso la porta erniaria
– Perforazioni intestinali (rarissime) dovute a manovre intraoperatorie
– Ernie secondarie sulle porte di entrata degli strumenti operatori. In questo caso la degenza è obbligatoria

Prof. Paolo Barillari

Specialista in chirurgia generale / robotica